Coordinate della cura

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COORDINATE DELLA CURA                                                                     

                                                                                                                         data:

Paziente:
Data di nascita:
data ultima visita:
________________________________________________________        
Sintomi da valutare

1.

2.

3.

4.

5.

________________________________________________________
Evoluzione

Rimedio:

tabella decorso

considerando 10 il valore di partenza, cerchi di quantificare l'intensità dei vari sintomi sopra elencati - per esempio:
sintomo 1: 10 (uguale a prima della cura)
sintomo 2: 5 (si è dimezzato)
sintomo 3: 8 (ridotto parzialmente)
sintomo 4: 15 (è peggiorato)
sintomo 5: 2 (netto miglioramento)

[oppure 0 (scomparsa) o altri valori intermedi]

Eventuali altri rimedi assunti:

Eventuali altre cure o interventi eseguiti:

I miasmi

Miasmi

 


Alle radici del male

"Liberamente tratto dal mio libro  “Vuoi conoscere l’omeopatia?"

Che cosa sono i miasmi?
Il miasma è una condizione dell’organismo che lo predispone alle malattie, è la causa delle malattie.
La formulazione del concetto di miasma da parte di Hahnemann prende spunto dalle sue osservazioni.
Egli non riusciva a capacitarsi che non solo nonostante le cure allopatiche, ma anche con quelle omeopatiche, gli ammalati non guarissero mai definitivamente.
I medicamenti omeopatici, corrispondenti al quadro sintomatico, spesso provocavano solamente una temporanea sparizione dei sintomi più evidenti.
Accadeva che anche sotto l’influsso del rimedio omeopatico, apparentemente più indicato, anche quando il paziente conduceva uno stile di vita sobrio e sano, si aggiungessero nuovi sintomi morbosi che non era possibile eliminare in modo completo e soddisfacente.
Talvolta un lieto evento o la concomitanza di fattori esterni fortunati, come ad esempio un viaggio piacevole, condizioni metereologiche favorevoli con un clima secco e la temperatura uniforme, potevano fare cessare, per un periodo più o meno lungo, i disturbi.
Il Medico pensava che si trattasse di un miglioramento effettivo e della stessa opinione era anche l’ammalato, trascurando con una certa dose d’ottimismo i disturbi più lievi, presenti e appena accennati.
Una pausa di questo genere, dice Hahnemann, però non è destinata a durare a lungo e contro le ricadute, che diventano sempre più frequenti, anche i rimedi omeopatici scelti con la massima cura, fra quelli noti, finiscono per rivelarsi tanto meno efficaci, tanto più sono ripetuti.
Hahnemann osserva che, nonostante i ripetuti sforzi per debellare la malattia, che si manifesta in una forma sempre lievemente diversa, persistono sempre alcuni sintomi che i medicamenti omeopatici sperimentati, e non sono pochi, non riescono ad eliminare; anzi talvolta li lasciano inalterati.
Per cui Hahnemann si chiede quale possa essere la ragione dei risultati scarsi o nulli riportati dall’Omeopatia, nel trattamento delle malattie croniche non veneree.
E quale possa essere la causa che impedisce, in migliaia di casi, la cura e la guarigione definitiva delle malattie di natura cronica.
Si chiede anche come mai, nonostante il buon numero dei rimedi sperimentati, il problema della guarigione delle malattie croniche non si è risolto.
A differenza che nelle malattie acute, anche se esse sono molto gravi, si può agire con grande soddisfazione con l’applicazione corretta della legge dei simili.
Hahnemann lavora giorno e notte per due anni, nel 1816 e nel 1817, e va alla ricerca incessante, con il massimo rigore scientifico, per scoprire le ragioni per cui, nelle malattie croniche, i rimedi conosciuti non riuscivano a provocare una vera guarigione. Egli desidera raggiungere una comprensione il più possibile corretta e precisa della vera natura delle infinite malattie che affliggono l’uomo.
Hahnemann scrive che è INCONTROVERTIBILE che le malattie croniche (non veneree), nonostante fossero state rimosse dalla somministrazione ripetuta dei rimedi omeopatici accuratamente selezionati, si ripresentavano sempre in forma più o meno varia e con nuovi sintomi. Oppure ricomparivano ogni anno, accompagnate da un peggioramento dei disturbi.
Quindi si assiste, secondo le sue osservazioni, a delle recidive che presenta le seguenti caratteristiche:
1. Una modificazione più o meno marcata della loro sintomatologia.
2. La comparsa di nuovi sintomi.
3. Un’evoluzione progressiva di anno in anno.
Hahnemann arriva alla conclusione che nelle malattie croniche il Medico non può limitarsi ad affrontare di volta in volta la malattia che gli si presenta, considerandola come una malattia a sé stante e circoscritta, tale da essere debellata dai rimedi omeopatici ordinari.
Al contrario egli dovrà sempre considerarla come il FRAMMENTO DI UNA MALATTIA ORIGINARIA, molto più profonda e radicata nell’organismo.
La smisurata potenza di questa malattia originaria, dice Hahnemann, si rivela nell’incessante produzione di nuovi sintomi.
Egli definisce la malattia in questione come “malattia miasmatica cronica”.
La riconquista dello stato di salute attraverso i rimedi omeopatici che portano alla guarigione deve così passare attraverso la diagnosi miasmatica. Hahnemann stesso capisce che, pur applicando correttamente il percorso della legge di guarigione e la legge della similitudine, i malati cronici potevano ricadere nella malattia dopo qualche tempo.
Per capire meglio che cosa sta dietro a questo fenomeno, Hahnemann prende in considerazione le malattie e le suddivide in due gruppi:  le malattie acute e le malattie croniche.
Entrambe le categorie hanno un’origine lontana nel tempo e sono causate da fattori che si susseguono nel tempo fino alla malattia vera e propria.
Esistono dunque eventi anteriori rispetto alla manifestazione acuta, che non si collocano soltanto nell’organo colpito, perché per l’Omeopatia tutti gli organi sono interdipendenti, esattamente come tutti concorrono all’economia del corpo.
Se una disfunzione altera lo stato di salute e la forza bioenergetica di un organismo, lo squilibrio porta a mutamenti negativi e si verifica una situazione umorale e metabolica favorevole allo sviluppo della modificazione dell’armonia funzionale che porta alla malattia.
Il cambiamento di stato, chiamato malattia acuta, è un episodio acuto di uno stato latente di malattia profonda del paziente, che si origina in un terreno cronico favorevole e predisponente, da cui riaffiorano periodicamente altri sintomi, altre malattie acute.
Hahnemann con coerenza studia per anni i suoi pazienti e constata che i rimedi omeopatici, dopo una prima fase di successo, non portano alla guarigione. Comprende che all’interno di un individuo esiste uno stato morboso costituzionale, uno squilibrio permanente e progressivo, un lascito ereditario di tossine che passano da una generazione all’altra e si sommano, che definisce con un termine unico: “miasmi”.
Questa perturbazione integrale dell’individuo, questa intossicazione cronica dell’intero organismo, questo squilibrio progressivo Hahnemann lo suddivide in:
• stigma psorico o psora
• stigma produttivo o sicosi
• stigma distruttivo o sifilis o lue
ai quali in seguito altri studiosi hanno aggiunto lo stigma tubercolinico e il cancerinico.
La Medicina omeopatica affonda le sue radici profonde nella dottrina miasmatica, riconoscendo nelle tre forme del dinamismo morboso la vera eziologia responsabile del terreno diatesico, ovvero della predisposizione di ogni essere umano, e del particolare tipo di debolezza costituzionale, cioè dell’incapacità di resistere ad uno specifico agente nocivo.
Le caratteristiche dei vari miasmi saranno oggetto di chiarimento e di riflessione nello specifico capitolo in questo saggio.

L’esperienza di Hahnemann: alle radici del male
Per Hahnemann i miasmi sono forze patogenetiche ereditarie o acquisite, trasmissibili da una generazione all’altra, che segnano in profondità la Forza Vitale della persona, determinandone la sua individualità costituzionale, morfologica, funzionale e caratteriale, nonché le sue predisposizioni morbose e l’evoluzione delle sue patologie.
Le malattie croniche sono così provocate dal miasma, che ne costituisce la radice, come il corpo sommerso dell’iceberg mantiene la punta esterna, che rappresenta la patologia visibile.
I sintomi, nell’ottica omeopatica, non sono la malattia, ma diventano l’espressione della reazione della Forza Vitale, che cerca con tutti i mezzi di liberarsi del miasma profondo.
Infatti nel processo di guarigione la Forza Vitale dell’organismo vivente cerca con tutte le sue possibilità di liberarsi dei miasmi, ereditati o acquisiti, dai livelli più interni a quelli più esterni, per ripristinare l’equilibrio dell’intero sistema in un processo di eliminazione miasmatica.
La lesione esterna (eczema, verruca, ulcera) da semplice patologia cutanea isolata diventa la manifestazione in superficie del miasma profondo (Psora, Sicosi, Lue), che interessa tutto l’organismo.
Rappresenta uno sforzo di alleggerimento della carica miasmatica, un sintomo di eliminazione miasmatica. Quando il sintomo esterno viene soppresso può comparire l’approfondimento della lesione con comparsa di sintomi di eliminazione sempre meno superficiali.
In sintesi, i sintomi clinici sono l’espressione della reazione della Forza Vitale, che cerca di liberarsi del miasma interno per ripristinare l’equilibrio dell’intero sistema (=salute).
Il trattamento si basa sul riconoscimento e sulla rimozione del miasma interno.
Non bisogna ostacolare questo processo di liberazione, ma cercare di sostenerlo e di favorirlo, di alleviare nel contempo la sintomatologia del paziente mediante rimedi che stimolino la forza di guarigione dell’individuo, provocando sintomi simili alla malattia che vanno a sostituirsi ad essa.
Il trattamento si basa sul riconoscimento e sulla rimozione del miasma interno, attraverso l’azione di medicamenti in grado di sostenere lo sforzo di guarigione della Forza Vitale, dagli organi più interni a quelli più esterni.

La predisposizione alla malattia
Le malattie che colpiscono l’uomo sono innumerevoli; l’approfondimento delle indagini diagnostiche ha permesso una classificazione sempre più precisa e raffinata delle patologie che affliggono l’uomo, dando un nome ad un sempre crescente numero di sindromi in tutta una varietà di sfumature.
In Medicina omeopatica, di fronte ad un sempre crescente polimorfismo di patologie individuate dalla scienza ufficiale, vengono riconosciute tre malattie croniche, i tre stati morbosi o predisposizioni ad ammalarsi, che Hahnemann chiama miasmi.

I tre miasmi corrispondono a tre tipi di alterazioni cellulari:
1. per difetto => IPO - ipoplasia, ipotrofia… Psora
2. per eccesso => IPER - iperplasia, ipertrofia... Sicosi
3. per distruzione => DIS - displasia, distrofia… Syphilis
L’intreccio miasmatico di ogni individuo determina le varie sfumature di ciascuna malattia, come avremo occasione di vedere.

Hahnemann in decenni di attività clinica omeopatica si accorge che i risultati, anche se erano preferibili e superiori a quelli della vecchia Scuola, come lui chiamava la Medicina ufficiale, non erano del tutto soddisfacenti a causa della comparsa di recidive, di stati patologici che si manifestavano successivamente o periodicamente.
Anche sotto l’influsso del rimedio omeopatico apparentemente più indicato, benché il paziente conducesse uno stile di vita sobrio e sano, si aggiungevano nuovi sintomi morbosi che non era possibile eliminare in modo completo.
I malati potevano beneficiare di una remissione dei sintomi o di un miglioramento, ma tale pausa non era destinata a durare a lungo e contro le ricadute il rimedio che aveva risolto i sintomi finiva per rivelarsi tanto meno efficace quanto più veniva ripetuto; oppure comparivano nuovi sintomi diversi che imponevano un nuovo rimedio e così via.
Gli ammalati, dunque, non guarivano definitivamente.
Hahnemann non si accontenta di un simile risultato, seppure nettamente superiore rispetto ad un trattamento allopatico. Il suo obiettivo è curare per guarire, non per far sparire i sintomi, dando al paziente l’illusione della guarigione.
Nota che nelle malattie acute, anche se molto gravi, si ottengono risultati molto soddisfacenti con l’applicazione corretta della legge dei simili, mentre nelle malattie croniche ciò non avviene.
Perciò Hahnemann si chiede:
1. quale possa essere la ragione dei risultati temporanei riportati dall’Omeopatia, nel trattamento delle malattie croniche;
2. quale possa essere la causa che impedisce, in migliaia di casi, la cura e la guarigione definitiva delle malattie di natura cronica;
3. e come mai, nonostante il buon numero dei rimedi sperimentati, che con il passare del tempo e con le nuove sperimentazioni cresce in modo straordinario, il problema della guarigione delle malattie croniche non si sia risolto.
Attraverso ricerche e studi durati anni, egli intende raggiungere una comprensione il più possibile corretta, scientifica e precisa della vera natura delle infinite malattie che affliggono l’uomo, nonché delle cause secondo cui  nelle malattie croniche non si riusciva a raggiungere una vera guarigione, pur somministrando i rimedi omeopatici.
Per quanto riguarda le malattie veneree il problema non si poneva, perché nel caso in cui la patologia fosse riconducibile a una causa venerea, la cura omeopatica era stata correttamente ed efficacemente codificata con il raggiungimento dei risultati sperati.
Hahnemann verifica che è incontrovertibile che le malattie croniche non veneree, nonostante fossero state rimosse dalla somministrazione ripetuta dei rimedi omeopatici accuratamente selezionati, si ripresentavano sempre in forma più o meno varia e con nuovi sintomi. Oppure ricomparivano ogni anno, accompagnate da un peggioramento dei disturbi.
Secondo le sue osservazioni si assiste a delle recidive che presentano le seguenti caratteristiche:
• una modificazione più o meno marcata della loro sintomatologia
• una comparsa di nuovi sintomi.
• un’evoluzione progressiva di anno in anno
Nota che si succedono stati di sofferenza che sembrano diversi per l’osservatore superficiale, ma nei quali si può scoprire un nesso di identità, una caratteristica che li unisce; e così quelle che appaiono malattie diverse presentate da uno stesso ammalato attraverso la sua biopatografia (studio del suo  trascorso patologico) sono in relazione per un sottofondo che costituisce la predisposizione a patire in maniera caratteristica, sia nelle disfunzioni che nelle lesioni.
Hahnemann arriva alla conclusione che nelle malattie croniche il medico non può limitarsi ad affrontare di volta in volta la malattia che gli si presenta, considerandola come una malattia a sé stante e circoscritta, tale da essere debellata dai rimedi omeopatici ordinari.
Al contrario egli dovrà sempre considerarla come il FRAMMENTO DI UNA MALATTIA ORIGINARIA, molto più profonda e radicata
nell’organismo.
La smisurata potenza di questa malattia originaria, dice Hahnemann, si rivela nell’incessante produzione di nuovi sintomi; la possiamo definire il sottofondo che costituisce la predisposizione ad ammalarsi in maniera caratteristica, uno stato morboso costituzionale, uno squilibrio permanente e progressivo, un lascito ereditario di tossine che passano da una generazione all’altra e si sommano.
Questa predisposizione, scoperta nella parte costituzionale, cioè nella parte costante dell’uomo organico e la persistenza nella forma della sua espressione, viene definita da Hahnemann “miasma” ovvero malattia miasmatica cronica.
La malattia acuta diventa un cambiamento di stato, un episodio acuto di uno stato latente di malattia profonda del paziente che si origina in un terreno cronico favorevole e predisponente da cui riaffiorano periodicamente altri sintomi, altre malattie acute.
Così si esprime Hahnemann nella sua opera “Organon dell’arte di guarire”:
“Se si escludono i disturbi funzionali e le affezioni croniche soggettive e oggettive, originate da un genere di vita contrario all’igiene, così come le innumerevoli malattie da Medicinali prodotte dai metodi di trattamento irrazionali e perniciosi che i medici allopatici hanno impiegato, la maggior parte delle malattie croniche che resta si deve allo sviluppo delle tre diatesi o miasmi cronici… Ognuna di queste tre affezioni era già diffusa in tutto l’organismo e lo ha invaso in tutte le direzioni prima che apparisse il sintomo primari... Se si sopprimono queste manifestazioni, presto o tardi si ripercuotono all’interno, producendo ogni specie di sofferenze, tutte la malattie croniche che non esisterebbero se i medici avessero cercato i curare radicalmente questi tre miasmi o diatesi.”
È dunque il concetto di diatesi che insiste nella geniale concezione di Hahnemann rispetto ai miasmi cronici: una predisposizione ad ammalarsi; una condizione di esistenza anomala che, costituendo le prime manifestazioni di squilibrio organico della Forza Vitale, arrivano a modificare la totalità dell’essere in forma permanente, predisponendolo a diverse sofferenze, in concordanza con le caratteristiche delle manifestazioni soppresse.
La nozione di miasma dà un’indicazione precisa sulla tendenza o suscettibilità morbosa di un soggetto, e sulla base dell’anamnesi familiare e patologica del soggetto riconosce il trait d’union che, collegando le malattie tra di loro, giustifica la storia biopatografica del paziente, permettendo così la previsione attendibile delle possibili patologie a cui è predisposto.
Diventa così chiaro lo sforzo di collegare la Medicina omeopatica, perlomeno quella nella sua concezione originale che poggia le sue basi sulla dottrina miasmatica, con lo studio del terreno dell’uomo, cioè della Biotipologia.

Caratteristiche dei miasmi
La Psora rappresenta il miasma del difetto, ovvero dell’ipofunzione. All’esterno si manifesta con una eruzione cutanea piana. prurito, eczema, psoriasi…
A livello mentale si caratterizza per la timidezza, insicurezza, ansia, paura, debolezza…
La Sicosi rappresenta il miasma dell’eccesso, ovvero della iperfunzione. All’esterno si manifesta con verruche, polipi, noduli, cisti, fibromi, condilomi…
A livello mentale si caratterizza per l’ambizione, eccesso di audacia, impazienza, inquietudine, autoritarietà, dittatorialità.
La Lue rappresenta il miasma della disfunzione, ovvero della distruzione. All’esterno si manifesta con ulcera, erosione, necrosi…
A livello mentale si caratterizza per l’aggressività, violenza, rabbiosità, litigiosità, irrequietezza, vendicatività..


Andiamo ora a chiarire le caratteristiche dei vari miasmi:
1. Il primo miasma, chiamato psora, concorre alla formazione di tutte le malattie. Anche quelle organiche originano inizialmente da una condizione funzionale che poi si approfondisce, colpendo un organo con una tendenza iperproduttiva e/o distruttiva.
Il sintomo mentale caratteristico della psora è l’ansia. Lo psorico sente di non essere in grado di affrontare una situazione, non ha fiducia in sé e anche se non deve affrontare una prova, si sente angosciato dall’ansia per quello che potrebbe dover affrontare. È insoddisfatto, insicuro, inquieto, ha paura di cosa possa capitare in futuro.
Con il termine di psora ai tempi di Hahnemann si indicava la scabbia, ossia la malattia infettiva dovuta alla parassitosi dell’acaro, fonte di eczemi e prurito cutaneo, ma la psora non è la scabbia. È il terreno che ne ha permesso l’attecchimento, che non è riuscito a difendersi e ha permesso ad un parassita di crescere.
La psora viene esacerbata dalla soppressione dell’infezione cutanea con medicamenti esterni.
I sintomi psorici nascono dalla soppressione di una manifestazione cutanea che rappresenta lo sforzo dell’organismo di liberare all’esterno il miasma; tale soppressione dà luogo ad una perturbazione interna a causa della retrocessione dell’Energia Vitale efferente.
“Ogni trasgressione nel corso di questa traiettoria verso la periferia comporta una inibizione patogena o soppressione, la quale genera uno
STATO DIATESICO DI SUSCETTIBILITA’ ALLERGICA”, chiamato PSORA da Hahnemann.
“L’energia vitale, retropulsata (spinta indietro) e contrariata nella sua traiettoria eccentrica verso l’esterno, è interiorizzata e trasformata in
tensione” (Paschero).
Così questa tensione, ossia questa ipersensibilità o capacità di registrare gli stimoli esterni o le emozioni con speciale acutezza e reazione sproporzionata, è la base del fenomeno essenziale della psora.
Il soggetto psorico ha due possibilità per uscire dalla sua condizione psorica: si ipertrofizza (sia a livello mentale che fisico) per nascondere la sua debolezza; oppure distrugge sé stesso o ciò che gli sta intorno.
Abbiamo così la sicosi e la syphilis.
2. Il miasma sicotico
Il soggetto prova una sensazione di debolezza interiore e cerca di nasconderla reagendo e “ipertrofizzandosi”, con atti compulsivi, segretezza e egoismo.
La sua tendenza all’ipertrofia interiore si sviluppa a livello fisico con manifestazioni tipo verruche, polipi, fibromi; a livello mentale con ipertrofia dell’io, dando origine a manie di grandezza e idee fisse. Lo sforzo per celare la sua debolezza porta il soggetto sicotico ad uno stato di stress e a patologie croniche a decorso lento, progressivo e insidioso. Sotto l’aspetto psichico troviamo cattivo umore, irritabilità, idee fisse, gelosia, dimenticanza di eventi recenti e ricordo di quelli passati.
3. Il miasma sifilis o lue
Comporta uno squilibrio dell’organismo che si esprime con violenza contro di sé o contro gli altri, con un senso di pessimismo e di disperazione totale, che porta al tentativo di cambiare sé o gli altri con un processo violento di distruzione. Il terzo miasma induce reazioni sproporzionate, sono soggetti autoritari e contraddittori, nutrono rancore, crudeltà, invidia, odio. Da un punto di vista fisico vanno incontro a lesioni che dallo stato infiammatorio si trasformano in ulcerazioni e necrosi.
I tre miasmi coesistono con la predominanza di uno sugli altri, secondo un intreccio miasmatico che è peculiare per ciascun individuo.
Non sono fissi, ma si evolvono e si modificano in senso peggiorativo con condotte di vita errate o con terapie soppressive.
Essendo anche frutto di ereditarietà, la terapia deve tenere conto della sintomatologia e delle tare del malato, delle tossine che passano dalla madre al bambino.
Il trattamento omeopatico antimiasmatico mira a sbrogliare l’intreccio miasmatico e ad alleggerirne la carica; come conseguenza riduciamo la possibilità che compaiano diverse malattie croniche di cui ereditiamo la predisposizione.
La classificazione di Hahnemann è stata integrata in epoche successive e meglio specificata grazie agli studi di molti Omeopati, che hanno fornito tasselli importanti per meglio spiegare nel profondo l’uomo nella sua essenza.

Alla ricerca della causa
La psora è definita il primo miasma, e sempre precede gli altri due. È la condizione di base perché si sviluppi qualsiasi malattia.
Tutti gli uomini nascono psorici; ai tempi di Hahnemann era il miasma predominante, come lui stesso afferma nei suoi scritti.
Oggi si associano sempre di più gli altri due miasmi, la sicosi e la syphilis, ai quali inizialmente era stata attribuita da Hahnemann una causa infettiva, blenorragica per la sicosi e luetica per la syphilis.
La concezione del miasma, inteso come se fosse un virus contagioso, è facile da capire e da accettare, in concordanza con la teoria microbica e con il desiderio di identificare la patologia e, distruggendola, conseguire la salute.
L’uomo, infatti, di fronte alle sofferenze cerca una causa che quasi mai riconosce dentro di sé, ma la attribuisce alle più diverse circostanze o fatti: un raffreddamento, questa o quella sostanza alimentare, un dispiacere. Quando compare sofferenza, i microbi diventano i nemici dell’umanità che causano tutti i mali.
L’obiettivo fondamentale della Medicina sarà, con questa premessa, il riconoscere quei microbi che corrispondono ad ogni malattia e distruggerli… ma quella che sembrava una soluzione inconfutabile sta risultando una nuova chimera.
Equivale a cercare di debellare la malaria in una zona paludosa cercando di uccidere tutte le zanzare, invece di bonificare il terreno.
Possiamo trovare sostanze sempre più potenti e micidiali contro le zanzare, ma non faremo altro che selezionare un ceppo resistente, che ben presto ripopolerà la zona vanificando i nostri sforzi.
Il risultato sarà una popolazione di insetti sempre più selezionata e resistente in una zona e sempre più inquinata. Se non bonifichiamo il terreno, non riusciremo ad avere la meglio contro le zanzare.
Questo, grosso modo, è quanto capita nella lotta contro i batteri.
In realtà, dopo duecento anni di sperimentazione della Medicina omeopatica, possiamo affermare che i quadri clinici delle tre infezioni, scabbia, gonorrea e sifilide, costituiscono un MODELLO a cui fare riferimento.
Il quadro clinico di ciascuna delle tre malattie infettive può infatti essere considerato il PROTOTIPO di ciascun miasma, nello specifico il prototipo produttivo per la sicosi e quello distruttivo per la syphilis.
Lo psorico latente sarà suscettibile al contagio della scabbia, come il sicotico lo sarà alla gonorrea e colui che ha una traccia corrispondente al terzo miasma, lo sarà alla malattia ulcerosa.
La psora non può essere lasciata a sé stessa. Quando essa non viene curata a fondo, evolve in modo insidioso e non cessa se non con la morte dell’uomo, anche quello più robusto e longevo. L’energia vitale, anche la più forte, non è in grado di vincerla.
Nonostante ci fosse il grande problema per Hahnemann di definire con esattezza l’origine della psora, cosa che non riesce totalmente a chiarire, egli constata, grazie alla sua grande esperienza pratica, che curando con i rimedi omeopatici specifici la malattia originaria (il miasma), cioè instaurando una terapia antimiasmatica, il trattamento diventa più profondo e i medicamenti agiscono molto più efficacemente.